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domenica 21 luglio 2013

insieme per la pace!






Questa settimana sono stato via per qualche giorno, a Bouar, per fare delle vetrate in una cappella nel nostro convento di St.Elie, e per una bella riunione con i responsabili di 3 comunità religiose (cattolici, protestanti e musulmani).
Viaggio tranquillo… con le solite scenette alle barriere con i ribelli. A Baoro mi fermano e mi chiedono le formalità… Faccio il finto tonto e gli dico di prendere carta e penna per scrivere i miei dati e quelli della macchina. Mi dicono che non è quello, ma i soldi che vogliono. Gli dico che le formalità sono proprio questo: scrivere su un quaderno i dati… Poi gli chiedo: ma il quaderno ce l’avete? E sapete mica scrivere per caso? SI arrabbia un po’ poi un “collega” lo prende per un braccio e mi fa segno di passare…
Il lavoro delle vetrate è andato bene (a parte un paio di tagli ), ma è la riunione con i rappresentanti della altre religioni o confessioni che è stata un momento bellissimo.
Ecco qui il resoconto ed il Messaggio finale:
Il 19 luglio 2013, su iniziativa dell’Abbé Mirek, vicario generale della diocesi di Bouar, i rappresentanti delle Comunità protestanti, dei Musulmani e della Chiesa Cattolica di Bouar si sono riuniti presso la Maison de Jeunes. 31 i partecipanti.
Numerosi gli obiettivi della riunione : pregare insieme, scambiare i nostri punti di vista e le nostre riflessioni sulla situazione del paese e della zona,  creare una piattaforma dei leaders religiosi e lanciare un messaggio ai credenti, alle autorità ed ai ribelli.
L’incontro è iniziato alle 8h 30 con un momento di preghiera guidato da un protestante, un cattolico ed un musulmano.
In seguito ci sono state le presentazioni di ciascuno, e dopo p.Aurelio Gazzera, facilitatore, ha introdotto i lavori. Ha detto che quando c’è un incendio nel villaggio, tutti i vicini vengono a dare una mano, anche quelli che magari prima hanno litigato. Allo stesso modo, in questa crisi, è importante che uomini e donne di fede diversa si uniscano per lavorare per la pace.
In ogni situazione, anche la più brutta, ci sono sempre degli elementi positivi, come in questo caso la possibilità di ritrovarsi nonostante le differenze. La crisi ci aiuterà ad essere più uniti!
P.Aurelio ha attirato l’attenzione sui punti che sono comuni a cristiani e musulmani: entrambi crediamo in un Dio che ci spinge a prenderci cura delle preoccupazioni e delle sofferenze degli altri. La legge di Dio condanna le violenze contro gli uomini e le donne.
Infine, ha fatto notare come, con l’arrivo dei ribelli (di cui molti non parlano che arabo, e molti sono musulmani) il rischio di tensioni tra comunità religiose è aumentato sensibilmente.
Dopo una breve pausa (per lasciare un po’ di tempo per la conoscenza reciproca dei partecipanti), c’è stata la presentazione dei temi da discutere in 3 gruppi (misti). Qual è il nostro sguardo di uomini di fede sulla situazione del paese, la giustizia, l’educazione, la presenza dei ribelli della Seleka e la mancanza delle autorità locali, e le tensioni tra persone di fede diversa.
Dopo circa 45 minuti, ogni gruppo à presentato il risultato del lavoro.
Infine, alle 11h30, è stata presentata una piccola commissione, che riunisce 2 rappresentanti per gruppo religioso : Pasteur Bassala Ferdinand e Dakabo-Kette Jeovin per i Protestanti, Sr.Felicité Saidou e Bayere Jacques per i  Cattolici, e Abdourahmane Goni e Oumarou Sanda per i  Musulmani.
La riunione è così terminata, ma i 6 delegati hanno programmato il seguito dei lavori. Alle 15h sono andati a presentare la Piattaforma dei Leaders religiosi al Procuratore della Repubblica (la carica più alta attualmente a Bouar). Il sabato mattina, 20 luglio, hanno preparato un messaggio che sarà letto nelle chiese protestanti e cattoliche, e nelle moschee.
Hanno concordato di fare una giornata di preghiera il 12 agosto 2013 (vigilia dell’anniversario dell’Indipendenza). Protestanti, cattolici e musulmani convergeranno da punti diversi allo Stadio,dove ci sarà la preghiera comune.
Il 20 luglio, nel pomeriggio, i delegati hanno portato il messaggio ai capi dei ribelli della Seleka.

MESSAGGIO
E ye gui Siriri
Non chiediamo nient’altro che la pace!


Messaggio dei leader religiosi di Bouar


Noi, uomini e donne di fede di Bouar, cattolici, musulmani e protestanti, ci siamo  incontrati il  19 luglio 2013 per rispondere al grido che sale nella nostra coscienza circa la situazione del paese, e la situazione di Bouar in particolare.
La nostra fede in Dio, che siamo cristiani o musulmani, ci sfida e ci spinge ad ascoltare il grido di dolore dei nostri fratelli e sorelle, da diversi mesi immersi nella guerra.
Nessuna fede, sia essa cristiana o musulmana, permette la violenza, l'omicidio, il furto, il saccheggio, lo stupro. Li condanniamo fermamente.
Chiediamo perdono per tutti i nostri fedeli, siano essi cristiani o musulmani, che hanno fatto del male. Per tutti coloro che hanno rubato, saccheggiato, ucciso, minacciato altri. Per tutti coloro che hanno approfittato della situazione per arricchirsi, o per vendicarsi ...
Non vogliamo che il nostro paese a lungo caratterizzato dalla convivenza  serena e costruttiva di uomini e donne di diverse etnie e religioni, cada nell'incubo di guerre tra etnie o religioni diverse.

Noi lanciamo questo appello:
Ai nostri fratelli e sorelle nella fede:
• Invitiamo tutti alla fedeltà a Dio e alla sua Legge, e ad una grande coerenza . Se tutti i credenti rispettassero la legge di Dio, non ci sarebbe nessuna guerra!
• Ricordiamo che Dio ci ha affidato la creazione, e tutti devono assumersi le proprie responsabilità nei confronti del paese, e dei fratelli e sorelle che soffrono
• Chiediamo a tutte le nostre comunità di aprirsi e impegnarsi nel cammino di conversione del cuore, un prerequisito per qualsiasi cambiamento esterno.
• Tutti noi, cristiani e musulmani invitiamo a lavorare per il perdono e la riconciliazione, per tenere lontane le tensioni etniche o religiose.

Alle Autorità
• Vi invitiamo a riguadagnare rapidamente la vostra funzione ed il posto di lavoro! Lo Stato di diritto è un prerequisito per la pace.
• Ricordiamo alle autorità civili il dovere di ascoltare la propria coscienza. Vogliamo anche ricordare che ognuno deve rispondere direttamente a Dio non solo per il male che ha fatto, ma anche il bene che non ha voluto fare!
• Ricordiamo che ogni donna e ogni uomo che crede in Dio e cha ha responsabilità pubbliche, deve rispettare la propria  fede e la legge di Dio.
• Che le autorità civili e militari rispettino il giuramento di servire il paese che hanno preso solennemente. Siano uomini e donne onesti, abbiano un atteggiamento di servizio e di rispetto verso tutti, di qualsiasi etnia, religione, sesso o  partito  politico.
• Alcuni settori dello Stato sono più sensibili di altri, in particolare la salute e l'istruzione. Lo Stato ha un dovere specifico, che è quello di pagare i propri funzionari. Ma ci sono anche degli obblighi da parte dei funzionari! Invitiamo tutti a tornare al lavoro, e allora la fiducia e il rispetto ritorneranno!

Agli elementi della Seleka (ribelli)
• Come autorità religiose, preghiamo per la vostra conversione, perché finisca questa lunga serie di crimini, omicidi, stupri, saccheggi .
• Rispettate la Legge di Dio, in modo che attraverso la buona volontà, la violenza e l'odio si trasformino in amore, giustizia e pace.
• Chiediamo agli uomini armati il rispetto della persona umana, il rispetto per lo Stato ed i suoi funzionari. Il rispetto per tutti, soprattutto le donne, i malati e bambini!
• Ricordiamo ai ribelli della Seleka che c'è uno Stato, e deve tornare al lavoro, e deve averne i mezzi  umani e finanziari! Lo sviluppo di un paese non attraverso le armi, il furto o il saccheggio!

Alle donne:
• Tutti noi, cristiani e musulmani riconosciamo che le donne sono spesso quelle che hanno sofferto maggiormente  tra la popolazione. Come figlie, madri, mogli portate un pesante fardello. Vi auguriamo una vita dignitosa, e preghiamo che i vostri  figli, fratelli, mariti possano trovare, grazie alle vostre preghiere e alla vostra fedeltà alla legge di Dio, la gioia di vivere una vita dignitosa.

 Ai giovani:
• Per vivere in Centrafrica, ora, ci vuole molto coraggio! Dopo gli eventi degli ultimi mesi il paese è sprofondato nella miseria. È difficile mantenere viva la speranza! Vi annunciamo ancora una volta la speranza di coloro che credono in Dio, in modo che non vi scoraggiate, ma siate in grado di impegnarvi per costruire un nuovo paese.
• Non prendete la via della violenza, della vendetta, dei soldi facili, del furto, dello stupro, della droga, delle armi! Questa è una strada di morte!
• Prendete con coraggio la via della scuola, che può garantire un futuro migliore. Abbiate passione per il lavoro!

Infine, ai genitori, noi diciamo: pensate al futuro dei vostri figli, mandateli a scuola. E' un diritto e un dovere!
Dio benedica gli sforzi di ciascuno per il ripristino della pace, della giustizia e della coesione sociale nella nostra regione in particolare e nella Repubblica Centrafricana.
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sabato 13 luglio 2013

Cartoline da Bozoum

questa settimana... lascio parlare le immagini: a voi qualche cartolina di Bozoum: il cortile, la veranda, la Chiesa,







e il passare del tempo dalla veranda di Bozoum: dalle 5 del mattino alle 20 di sera... (e alle 20 di sera... le luci che si vedono sino solo quei 2 o 3 puntini...)










domenica 7 luglio 2013

Che Dio ci aiuti... ma diamogli una mano!






Settimana relativamente tranquilla.
A Bangui, la capitale, hanno iniziato a disarmare i ribelli. Che, come per incanto, dall’oggi al domani sono spariti dalle strade….. Il disarmo è fatto abbastanza seriamente, ma chi riesce ad impedire ai ribelli di nascondersi? La paura è che, passata la bufera, i ribelli ricompaiano con le armi nascoste e continuino con il loro tran tran, fatto di spari, violenza, furti e saccheggi…
Venerdì sono andato a Ndim, a 165 km da Bozoum. Passando da Bocaranga, una moto con tre ribelli ci segue, ci sorpassa suonando il claxon, ci guarda, e lascia perdere… probabilmente credevano di trovare altre persone? All’uscita di Bocaranga c’è una barriera. Mi fermo, e mi dicono di aspettare perché qualcuno di Bocaranga deve venire. Gli chiedo chi sarebbe questo qualcuno… ma non lo sa!?!?!? Arriva un altro dei ribelli, e mi dice, brusco, che devo aspettare e che devo rispettare il “diritto”. Gli chiedo: “che diritto? L’unico diritto che hai è quello del fucile che hai in mano, e nessun altro…”. Si arrabbia! Mi dice” e allora perché ti sei fermato?”. Gli rispondo: ”Perché hai messo un legno per terra e non posso passare…”. Alla fine si stufa e mi fa passare…
Ho l’impressione che i 3-4 angeli custodi che mi accompagnano (ho degli amici che mi prestano i loro…) siano lì con i capelli bianchi e ritti… , e quando arrivo a casa, la sera, sento un sospirone di sollievo!!!
Arrivato a Ndim, incontro i i ragazzi e le ragazze delle nostre scuole medie e Liceo. Molti di loro provengono dalle scuole di Ndim e di Bossentele, ed ora sono in vacanza. Facciamo una riunione con i genitori e gli alunni per discutere e prendere le disposizioni per l’inizio dell’anno scolastico. Quest’anno ci sarà una novità: stiamo costruendo un FOYER, un piccolo centro con dormitori, cucina e servizi per loro. E nonostante la guerra… i lavori proseguono! Ci sarà anche un bacino per la raccolta dell’acqua piovana, per irrigare l’orto…
Dopo la riunione con gli alunni e le loro famiglie, altro incontro con il personale delle Casse di Risparmio. Oltre a quella di Bozoum, ci sono altri 4 sportelli: uno a Bozoum, e altri 3 a Koui, Ngaundaye e Ndim. In questo periodo le attività sono sospese… anche se andiamo avanti piano piano e discretamente. Sono venuto a Ndim anche per risolvere il problema dello sportello di Ndim, che era stato saccheggiato in marzo dai ribelli… Grazie alla generosità di amici dall’Italia, da Praga e da altre parti siamo riusciti a ricomporre il fondo dei depositi della gente di Ndim, e vogliamo rimborsarli, sospendendo per qualche tempo le attività…
Rientro a Bozoum in serata: viaggio ok, non è piovuto, e le strade ed i ponti sono sempre peggio…
Ma andiamo avanti. In questi giorni mi è capitata sotto mano una bella frase di Giovanna d’Arco. I giudici cercavano di farla cadere in qualche tranello, ma questa ragazza di 17 anni ha in sé una semplicità e la forza della Verità. Le chiedono perché ha dato battaglia, se crede in Dio. Dio non può vincere la guerra con la sua forza? Giovanna risponde: “occorre dare battaglia affinché Dio conceda vittoria”. È una frase perfetta, con il lavoro dell’uomo che è condizione dell’impegno di Dio!
Speriamo e preghiamo perché anche il Centrafrica possa riprendersi! Qui spesso si dice: “Nzapa a yeke” (Dio c’è). È vero, ma non possiamo rimanere con le mani in mano aspettando che Lui faccia quello che noi dobbiamo fare…
Intanto… chi vuole può dare una mano al Centrafrica firmando questa petizione qui: http://www.avaaz.org/it/petition/Appello_urgente_per_il_Centrafrica_1/?email
E che Dio ci aiuti! Ma diamogli una mano!